Lo spirito d’animo
Durante una lezione, il maestro raccontò un aneddoto per descrivere in modo raffigurato lo spirito d’animo che possiamo assumere durante la pratica (e per esteso in ogni momento della nostra vita).
Quando una persona inizia un viaggio può affrontare l’avventura con due atteggiamenti: quello del viaggiatore e quello del turista.
La meta
Il turista è colui che quando parte pensa al momento in cui arriverà a destinazione. E appena raggiunge la propria meta pone la propria attenzione quando tornerà a casa.
Il viaggio
Il viaggiatore è colui che sin dalla preparazione del viaggio fa attenzione a tutto ciò che lo circonda: persone, compagni di viaggio, persone autoctone dei villaggi che visita, paesaggi naturali e costruzioni umane dei luoghi visitati.
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Due atteggiamenti
La differenza sostanziale tra i due atteggiamenti consiste nel fatto che il viaggiatore riesce a scambiare pensieri, esperienze, insegnamenti ed anche energia con tutti i luoghi e le persone che incontra. Dall’altra parte il turista avrà solo una visione superficiale senza un vero e proprio scambio costruttivo con gli altri.
La giornata quotidiana
Lo stesso atteggiamento lo si può avere in tutto ciò che si compie durante la giornata quotidiana e anche durante la pratica della propria disciplina. E così si ottiene che ogni singolo movimento è composto da una miriade di altri movimenti. E per ognuno di loro è possibile, o necessario, porre l’attenzione al momento presente (e alla forza vivente, come dice Obi Wan Kenobi di Guerre Stellari). E per raggiungere questo traguardo è necessario acquietare la mente (koshin), fare il vuoto (mushin). E il bello è che questi obiettivi utopici ci inducono al perenne cammino.
Pubblicato da Claudio C.
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