L’Ikigai nelle arti orientali

L’Ikigai nelle arti orientali


Il concetto filosofico di Ikigai l’ho conosciuto negli anni di pratica nelle arti marziali giapponesi e cinesi.


Oggi vorrei quindi approfondire il senso dell’“Ikigai”,  principio giapponese che significa “ragione di vivere” o “motivo per cui valga la pena vivere”.


Nelle arti orientali, come nella vita di tutti i giorni, è fondamentale conoscere bene la tecnica. Tuttavia non si riesce a capire la profondità dell’arte se non si affronta la parte filosofica, che per noi è un po’ complicata, non essendo nella nostra cultura approfondire tali argomenti.

Vale però la pena di dedicare un po’ di tempo alla conoscenza di questo concetto.








Ikigai è: passione, talento, soddisfazione, piacere della pratica, evoluzione personale, entusiasmo. Questo ti porta a comprendere i tuoi limiti, conoscendo molto approfonditamente te stesso, ed ad avere più fiducia in te.

I tuoi limiti, che siano fisici, mentali o emotivi, ti aiutano a sviluppare la disciplina nella tua vita. Ti sostengono per essere forte nel fisico e nel carattere, per essere compassionevole ma duro all’occorrenza.


Questo percorso è arduo, difficile ed insidioso. Però la pratica di tutti i giorni ti rende una persona che è pronta per vivere una vita piena, con una salute forte ed un equilibrio psichico sano.

Questo ti porterà ad avere molte responsabilità verso gli altri, che capiranno la tua forza interiore e vorranno avvicinarsi a te con fiducia.. ma questa fiducia non dovrà mai essere disattesa.








Applicare la filosofia dell’Ikigai ti porterà i benefici che abbiamo in precedenza esplorato, ma ti porterà anche a creare un ambiente protetto, dove tu ti esprimerai.

Il tuo Dojo, il luogo di lavoro che è sacro dove potrai esprimere te stesso ai tuoi allievi o colleghi di pratica, é dove vivrai fisicamente la tua vita personale, come la tua casa e i tuoi luoghi privati.



La mia esperienza di scoperta dell’Ikigai


Nel lontanissimo anno 1971 iniziai la pratica del Karate Stile Shotokan.

Dati i tempi (e con nessuna conoscenza di questa arte), il primo approccio e stato quello sbagliato. La scelta iniziale nell’affrontare questa “Via” è sempre per autodifesa, ma con il tempo e le giuste conoscenze iniziai a capire che quell’approccio non era il solo.

Così cominciai a domandarmi: ma è tutto qui il Karate?


No! Assolutamente no, è tutt’altro! E’ un percorso profondo che coinvolge non solo il tuo fisico, le certezze e la tua arroganza come essere umano, ma soprattutto la tua anima, la parte animica più profonda, cioè quello che tu dovresti essere.









Sono stato un praticante anche in altre arti, come il Kendo, il Kyudo, e quella che ancora pratico, cioè lo Iaijutsu (la Via della spada giapponese). Ed anche il Qi Gong Medico che oggi mi riempie la vita, benché piuttosto lunga, e proprio per questo va ancora più in profondità dentro di me. Qui c’è il mio Ikigai. 


In conclusione, non mi è più possibile smettere di praticare, sarebbe come se una parte di me morisse e se ne andasse senza nemmeno salutare.


Con i miei allievi, per provocarli, qualche volta dico: mi compro una barca a vela e vi saluto!

Falso!  Non succederà, neanche quando fisicamente non sarò più presente: il mio spirito continuerà a praticare.

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